Se si
associano le parole “sordità” e “musica” vengono solitamente in mente due cose:
“inutile” e “Beethoven”. La prima, anche se pensata in buona fede, è del tutto
errata. I sordi amano andare a ballare in discoteca, ad esempio. Ed è
proprio il ritmo la chiave: esso è quella parte della musica, quel 50 % che si
affianca alla melodia, che i sordi percepiscono, nonché la parte più intima e
primitiva della musica, quella fatta di tamburi e percussioni e un pizzico di
irrazionalità.
Ma vediamo molto brevemente cosa accade nel cervello
di una persona sorda. Test scientifici condotti mediante l’esposizione di
pazienti sani e pazienti sordi a delle vibrazioni sulle punte delle dita hanno
mostrato come nei primi l’area del cervello ad essere sollecitata fosse quella
tipica che elabora le vibrazioni, ma nei pazienti sordi si attivava anche la
corteccia uditiva, preposta all’elaborazione dei suoni. Quella parte del
cervello non cade quindi in disuso, semplicemente viene a svolgere una funzione
diversa. Del resto sono note le straordinarie capacità di adattamento del
nostro corpo a situazioni di svantaggio. Non è solo dalle orecchie, dai
timpani, che si può sentire. I sordi, specialmente quelli dalla nascita,
sviluppano capacità uditive in altre parti del corpo, come appunto nei
polpastrelli. E in effetti i polpastrelli sono membrane di pelle, né più né
meno dei timpani. Un neonato probabilmente sente il mondo anche attraverso di
essi, dovendo ancora imparare a codificare gli stimoli che gli arrivano, e solo
successivamente i polpastrelli perdono questa loro capacità per lo sviluppo di
altri organi uditivi.
I bambini sordi traggono grandissimo beneficio
dall’utilizzo della Musicoterapia, tecnica che utilizza la musica come
strumento terapeutico a vantaggio del paziente. Il più grande problema delle
persone che nascono o sviluppano questo tipo di handicap è il rapportarsi col
mondo esterno, non avere punti di riferimento sul quale costruire la propria
realtà. Attraverso il ritmo della musica si può insegnare a un bambino sordo a
migliorare la propria condizione e la propria percezione dell’ambiente, ad
aumentare la sua soglia d’attenzione e a migliorare i rapporti che andrà a
costruire con altre persone. I sordi sono attirati dalla musica, e il più
grande ostacolo che possano trovare non è la sordità, ma i pregiudizi dei
parenti e persino dei medici. Del resto, quanti genitori sottoporrebbero il
loro figlio sordo a sessioni di musicoterapia? La musica non è un patrimonio
esclusivo di chi la sente con le orecchie, è un patrimonio per tutti coloro che
la sentono.
Nessun commento:
Posta un commento