sabato 16 giugno 2012

LINGUAGGIO DEI SEGNI: un nuovo software traduce in testo il movimento delle mani

Alcuni ricercatori scozzesi sono all'opera per mettere a punto un software in grado di tradurre simultaneamente il linguaggio dei segni in caratteri leggibili sullo schermo di un PC.
Questa tecnologia, unica nel mondo, potrebbe già essere disponibile entro un anno e gli scienziati concordano nell'affermare che porterebbe ad un cambiamento radicale nel modo di comunicare dei non udenti che in tal modo potrebbero contare su maggiori probabilità di inserimento nel mercato del lavoro.
Il meccanismo ideato dal gruppo di esperti è piuttosto semplice: una normale fotocamera registra i segni della mano dell'utente, segni che poi vengono importati come dati da elaborare da un programma informatico e poi tradotti in testo scritto in modo che chiunque possa leggere il contenuto del messaggio senza necessariamente conoscere il linguaggio dei segni.
In particolare, i ricercatori sperano di poter sviluppare il programma base - noto come "traduttore di linguaggio dei segni (PSLT) - in una applicazione che potrebbe essere utilizzata su PC, laptop, tablet, smartphone e altri dispositivi portatili.
Il programma è stato sviluppato presso l'Università di Aberdeen, attraverso uno spin-out chiamato Technabling e potrebbe essere utilizzato con una vasta gamma di lingue e di segni differenti. Inoltre poiché è noto che il linguaggio dei segni possa possa presentare dei limiti nell'espressione ad esempio di concetti tecnici o di traduzione di frasi tipiche di certi ambienti lavorativi, il software potrebbe anche essere strutturato per riconoscere il vocabolario personale di un singolo individuo.

giovedì 14 giugno 2012

SOFTWARE DIDATTICI

Per quanto riguarda i software didattici si può registrare l'utilizzo di tre categorie principali di prodotti: software progettati e realizzati per un target di discenti sordi, software didattici per un target generico ma accessibili ad utenti sordi, software non accessibili ad utenti sordi. Nell'ultima categoria rientrano tutti quei prodotti in cui sono importanti output sonori ma non viene prevista un alternativa visuale, o scritta come i sottotitoli. Quindi l'utilizzo di questi programmi è impossibile in auto-formazione e non sono da considerarsi ottimali se impiegati nel gruppo classe o con un sostegno, in quanto incentrati sul canale acustico vocale sottraggono al bambino sordo il fascino ludico dell'uso del computer nel processo formativo, sottolineando lo sforzo nel superare la barriera del canale deficitario.
I software progettati e realizzati per utenti sordi, non sono molti in quanto il numero ristretto di un target così specifico non garantisce certamente un successo editoriale. Spesso prodotti specifici sono stati prodotti con finanziamenti istituzionali.
Ultimamente, con l'uscita di software per la costruzione di prodotti multimediali rivolti ad un pubblico privo di un background da programmatore informatico e la conseguente maggiore facilità di assemblare un prodotto multimediale anche senza abilità particolari di programmazione, sono reperibili vari di questi prodotti.
La possibilità di poter finalmente analizzare diacronicamente le lingue dei segni, di poterle storicizzare, di poter infine sviluppare un corpus letterario è per i sordi una rivoluzione grande come è stata quella della fine dell'epoca preistorica, che li rende protagonisti e capaci di poter essere fonte centrale di diffusione dei saperi.

martedì 12 giugno 2012

LA MULTIMEDIALITA'

La carta è ancora il canale principale di diffusione del testo scritto, nonostante l'inarrestabile ascesa delle tecnologie digitali. Nel mondo dei sordi invece possiamo ragionevolmente affermare che la diffusione di nuove tecnologie ha prodotto una serie di profondi cambiamenti.

In campo culturale e didattico ci sono varie possibilità di usufruire delle nuove tecnologie per rivoluzionare radicalmente la trasmissione dei saperi ed i metodi di insegnamento rivolti a persone sorde. Mentre il libro è uno strumento “ mono-mediale ” che può essere integrato se non altro da immagini bidimensionali, l' ipertesto in sé integra, o meglio, rappresenta la convergenza di media diversi in una stessa struttura di veicolazione dei contenuti. Con un testo scritto su supporto cartaceo possiamo avvalerci al massimo dell'aiuto di qualche illustrazione mentre un supporto multimediale consente di veicolare l'informazione nel modo più adatto alla persona sorda: utilizzando ai massimi livelli il canale visuale e limitando l'uso della lingua scritta poco padroneggiata dai sordi. La multimedialità indica la presenza simultanea di media diversi, tra cui testi, immagini, suoni e filmati. Un documento è detto multimediale quando almeno due di tali elementi sono presenti contemporaneamente. Si sta assistendo, dunque, alla nascita di una nuova creatività, alimentata dalle molteplici doti comunicative del multimedia, i supporti tecnologici possono dare spazio a queste nuove frontiere della comunicazione.

lunedì 11 giugno 2012

METODI EDUCATIVI

Gli ultimi quindici anni hanno visto la nascita di nuove concezioni pedagogiche ed educative. Oltre che dell'oralismo si è cominciato a parlare d'educazione bilingue e del metodo bimodale.
Nell'ambito dei metodi oralisti ci sono diverse metodiche che hanno in comune la convinzione che il gesto uccide la parola e quindi non usano la lingua dei segni. Il limite di alcune metodologie esclusivamente oraliste è quello di privilegiare tra i molteplici aspetti del linguaggio solo quello articolatorio, puntando molto sull'articolazione e poco sulla comprensione, infatti lo stesso arricchimento lessicale è programmato in base alla difficoltà di pronuncia delle parole non tenendo in nessun conto il valore semantico. In questo modo la sordità è considerata solo in una prospettiva riabilitativa da un punto di vista clinico: diagnosi, grado di sordità, protesizzazione e logopedia. Si cerca con insistenza di “normalizzare” il bambino sordo facendolo assomigliare al bambino normoudente: la questione più rilevante è che al bambino sia insegnato a parlare bene.
Anche il metodo bimodale condivide l'obiettivo che il bambino sordo raggiunga una competenza nella lingua parlata e scritta il più simile possibile ad un bambino udente; condivide invece con il metodo bilingue la convinzione dell'integrità della facoltà di linguaggio nel bambino sordo. Si utilizza la modalità visivo-gestuale ma con la sintassi identica all'italiano parlato.
Nell' educazione bilingue il bambino viene esposto alla lingua vocale e alla lingua dei segni in contesti separati o da due fonti diverse.
Nel caso del bambino sordo non si può parlare di bilinguismo simultaneo in quanto l'apprendimento della lingua parlata procede più lentamente di quello della lingua segnata. I bambini sordi possono in pratica acquisire prima la lingua dei segni e più tardi la lingua parlata e scritta divenendo quindi bilingui. Resta completamente aperto il problema di come insegnare la seconda lingua: comunque chi sceglie di occuparsi della formazione dei sordi non può ignorare che le tecnologie informatiche possono permettere a chi manca del canale uditivo di ricevere il messaggio comunicativo anche in altre modalità, favorendone così lo sviluppo linguistico e cognitivo, minimizzando l'handicap.