mercoledì 23 maggio 2012

IL TERMINE "SORDOMUTO" E' RELATIVAMENTE RECENTE

Non è vero che un sordo dalla nascita debba per forza essere muto: l’apparato vocale è indipendente da quello uditivo. In ogni caso ambedue possono leggere e scrivere e quindi comunicare con le altre persone normodotate e farsi una cultura.
A rendersi conto di ciò sembra essere stato per primo Rodolfo Agricola (1443-1485) che se ne meravigliò, ma la convinzione che i sordi fossero incapaci di ricevere un’istruzione non verrà messa in dubbio fino al XVII secolo. In Italia, invece, bisognerà aspettare il 1923 perché sia riconosciuto loro tale diritto.
Il primo ad affermare in modo esplicito che era possibile educare i sordi fu il medico italiano Girolamo Cardano (1501-1576) che sembra avesse anche elaborato un codice per l'insegnamento che purtroppo non sviluppò.
Fino alla fine del Settecento si trattava di un’educazione individuale, riservata ai figli di famiglie abbienti però, come i testi pubblicati stanno a dimostrare, il metodo di insegnamento consisteva in quello che si è poi definito “metodo orale”, che consisteva nel favorire l’uso della parola. Una svolta venne con l’abate de l’Epée (1712-1789) che arrivò a fondare, nel 1760 a Parigi, la prima scuola per sordomuti. Proprio nella sua scuola, il de l’Epée si accorse che i suoi allievi usavano tra loro dei segni spontanei. Ne rimase colpito e cominciò a codificare tali segni.

In Europa, si ebbero alcuni sviluppi grazie a studiosi quali Jean-Marc Itard, che può essere considerato il precursore di molte tecniche rieducative per bambini ritardati e la sua eredità sarà poi raccolta anche da Maria Montessori. Lui, che era stato un convinto sostenitore del metodo orale, negli ultimi anni della sua vita cambiò radicalmente parere, ritenendo che ogni rieducazione al linguaggio verbale doveva essere preceduta ed accompagnata dall’uso dei segni. Nella prima metà dell’Ottocento sono noti i nomi di alcune persone sorde, spesso insegnanti loro stessi, che scrivono su problemi ed argomenti relativi ai sordi.
L’Europa ebbe una battuta d’arresto nel 1880 a seguito di un Congresso internazionale tenutosi a Milano dove, contro il parere della parte favorevole alla lingua dei segni, di tutti i sordi presenti e di udenti stranieri come alcuni osservatori americani (Gallaudet e Penn), si arrivò alla conclusione di proibire in maniera assoluta negli istituti tale tecnica e di favorire esclusivamente il metodo orale.
Le conseguenze furono nefaste per le comunità sorde europee ed ancora oggi la mentalità in proposito continua ad elaborare metodi sempre più dannosi.