La legge
104/92 prevede la possibilità per i bambini sordi di essere affiancati da questa
figura e sono in aumento le famiglie che lo richiedono, anche se la legge non
ne ha ancora tracciato un profilo giuridico ed economico ben definito.
Al
momento la prassi più diffusa è la seguente:
·
la
famiglia inoltra domanda al Comune di residenza o alla Provincia (la competenza
non è uguale in tutto il territorio) per ottenere l’assistente alla comunicazione;
·
spesso
la Provincia non gestisce in proprio il servizio, ma delega enti, cooperative,
associazioni, ecc... che nominano gli assistenti in base ad una lista compilata
per titoli ed esami;
·
l’assistente
viene inserito nell’istituzione scolastica, ma resta alle dipendenze dell’Ente
o cooperativa che lo ha nominato. L’orario può oscillare dalle 10 alle 20 ore
settimanali.
In tutta
Italia sta aumentando notevolmente la presenza di questa figura professionale,
non solo a scuola ma anche in famiglia. L’operatore
svolge un vero e proprio intervento educativo poiché deve rafforzare l’identità
del bambino sordo facendogli comprendere il valore della sua diversità come
risorsa positiva.
I requisiti
dell’assistente alla comunicazione, secondo l’ENS, sono i seguenti:
·
deve
conoscere benissimo la Lingua dei Segni Italiana (LIS);
·
deve
aver frequentato un corso di formazione;
·
deve
avere un titolo di studio adeguato: diploma di maturità per il nido, la scuola
materna e la scuola elementare; diploma di laurea per tutti i gradi scolastici
(dal nido alle superiori) ;
·
nel
caso di operatore udente, deve essere figlio di sordo segnante (la sua competenza
deve essere valutata mediante un esame) oppure aver frequentato un corso di
Lingua dei segni di almeno 400 ore;
·
deve
frequentare regolarmente la comunità dei sordi.
L’ingresso
di un assistente alla comunicazione all’interno di una classe pone una serie di
interrogativi sul lavoro di questo operatore per quel che riguarda il suo ruolo
e le sue competenze, rispetto all’insegnante curricolare e di sostegno.
Il ruolo
principale dell’assistente alla comunicazione è quello di “facilitare la comunicazione" tra la persona sorda, i docenti e i compagni di classe; pertanto egli non si deve porre come un insegnante, ma seguire le indicazioni concordate con il docente.
All’inizio
c’è diffidenza e a volte ostilità verso questi operatori perché assistono alle
lezioni ed inevitabilmente valutano le competenze didattiche dell’insegnante e
la sua capacità di aver un buon rapporto con gli alunni. Altre volte, invece,
soprattutto quando la comunicazione è molto difficile e l’alunno esprime il suo
disagio con comportamenti aggressivi o di rifiuto a lavorare, l’assistente alla
comunicazione viene accolto molto bene dagli insegnanti perché si rendono conto
che una comunicazione più efficace riduce l’aggressività.