E
sono circa 6500/7000 i bambini che necessitano di un sostegno scolastico per
problemi uditivi. Da questi dati si rileva che i bambini affetti da disturbi
uditivi, non necessariamente sordi totali, sono davvero un numero elevato. Allora
perché non si può migliorare la comunicazione sin dalla più tenera età nella
fascia 0-3 anni cioè il periodo di maggior apprendimento? Giuseppe Lonero,
capogruppo de La Destra, ha da poco presentato una mozione in cui propone di
inserire una figura professionale specializzata nella Lingua Italiana dei Segni
in almeno un asilo nido per Circoscrizione.Come si sa, La lingua dei segni è un
sistema di comunicazione visivo utilizzato dalle comunità dei segnanti a cui
appartengono in maggioranza persone sorde o con udito troppo debole per poter
comunicare a voce (ad ogni nazione, tra l’altro, corrisponde una sua lingua).
“La
dimestichezza con questo nuovo linguaggio (la Lis) – spiega nel documento
Lonero – sarebbe per i piccoli udenti e non, un bagaglio culturale
particolarmente utile e servirebbe in particolare agli udenti come nuovo
sistema di simboli comunicativi”. Il consigliere fa rilevare che questa
esperienza servirebbe da stimolo per lo sviluppo intellettivo, affettivo e
sociale della fascia che va dai 3 mesi ai 3 anni, favorendo in modo armonico
l’integrazione dei sordi e tutti avrebbero indistintamente le stesse opportunità
di apprendimento. “Non solo – prosegue il Capogruppo – ma il bilinguismo
ridurrebbe l’impatto emotivo e psicologico tra bimbi udenti e sordi favorendo
la socializzazione, tanto da far diventare la Lis come madrelingua per i sordi
e seconda lingua per i bimbi udenti.”
Il
consigliere chiede all’Amministrazione che si effettui un censimento delle
famiglie residenti con bimbi sordi al di sotto dei 3 anni di età, per
modificare le regole di accesso alla graduatorie per favorire l’ingresso dei
bimbi sordi negli asili nido dove sarà presente la figura professionale
specializzata.